Le 100 domande sullo screening colorettale

A dieci anni dalla prima stesura, le 100 domande vengono aggiornate nei contenuti pur conservandone lo stile diretto e semplice, poiché volte ad essere uno strumento quotidiano di lavoro per gli operatori e di informazione per l’utenza.

Negli ultimi dieci anni il quadro italiano dell’estensione dello screening del colon retto è radicalmente cambiato: nel 2008 programmi strutturati erano presenti in 16 Regioni, con un’estensione teorica del 53%, mentre ora ben 20 Regioni hanno programmi attivi, con un’estensione teorica dell’84%, ancorché permangano zone non completamente coperte, soprattutto nel Sud del Paese.

Nel 2016 la popolazione che ha ricevuto almeno un invito a partecipare allo screening è stata pari a 5.558.726 a fronte di 2.723.655 nel 2008.

Anche il quadro epidemiologico del cancro del colon retto ha subìto le prime modificazioni: infatti, se inizialmente la presenza dello screening organizzato induce un picco di incidenza, nei territori coperti da programmi radicati da tempo si comincia ad osservare una lieve riduzione dell’incidenza e della mortalità. Allo stesso modo, la gravità delle lesioni riscontrate ha invertito la propria tendenza, a favore di lesioni di stadio iniziale a miglior prognosi.

La crescente attenzione a questa patologia ha fatto da volano alla ricerca di nuovi approcci terapeutici e dispositivi per l’identificazione e la diagnosi delle lesioni. Le tecniche endoscopiche di asportazione dei polipi consentono ora di eradicare lesioni che in passato venivano trattate quasi esclusivamente chirurgicamente, consentendo quindi un trattamento più conservativo dell’organo.

In un programma di screening gli operatori coinvolti sono molti, e di varie professionalità, e tutti debbono farsi promotori di un’adesione consapevole dell’utenza. Per questo, però, è necessaria un’adeguata formazione e conoscenza del percorso di screening nella sua totalità. E non basta. Gli aspetti comunicativi, soprattutto in un’epoca caratterizzata da profondi cambiamenti dei mezzi di comunicazione, sono parte integrante della relazione con l’utenza: utilizzare tutti i canali comunicativi disponibili, modulandone l’uso a seconda degli obiettivi e del target a cui è rivolta la comunicazione, sono aspetti rilevanti nell’organizzazione di un programma di screening.

Con queste premesse, salutiamo con piacere il restyling delle 100 domande, con l’augurio che possano essere un valido strumento di supporto agli operatori e veicolo di un’informazione corretta per l’utenza.

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Marco Zappa
Direttore Osservatorio Nazionale Screening