Vademecum per la gestione e il monitoraggio della ripartenza dei programmi di screening colorettale

E’ disponibile il Vademecum per la gestione e il monitoraggio della ripartenza dei programmi di screening colorettale, elaborato da un gruppo di lavoro GISMa e GISCoR, Il documento si propone di offrire alle persone con funzioni di coordinamento e/o di management dei programmi di screening organizzati una linea di indirizzo utile per supportare la pianificazione e il monitoraggio delle attività di tipo gestionale, al fine di garantire l’offerta del LEA screening in questa fase di recupero e dei ritardi e di riorganizzazione dell’attività resa necessaria dalla situazione di emergenza.

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Popolazione eleggibile dei programmi di screening oncologici

A cura dei Gruppi di Lavoro Organizzazione e Valutazione delle tre società GISCoR, GISCi e GISMa

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Software gestionali dei programmi di screening oncologici

A cura dei Gruppi di Lavoro Organizzazione e Valutazione delle tre società GISCoR, GISCi e GISMa

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Dentro la Ricerca – La Persona prima di tutto – Una proposta in 10 punti

Segnaliamo la pubblicazione del Documento FADOI pubblicato con il sostegno della nostra Società. Ai seguenti link potete trovare la versione finale del Documento e la lettera di accompagnamento a firma dei Presidenti FADOI e Fondazione FADOI Dr. Andrea Fontanella e Dr. Mauro Campanini e del Direttore Scientifico Dr. Gualberto Gussoni, Coordinatore del Gruppo di Lavoro multidisciplinare che ha redatto il Documento.

Documento (PDF 487 Kb) – Lettera di accompagnamento (PDF 487 Kb)

Protocollo di intesa GISCoR – FEDERFARMA.

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Guida per la determinazione del sangue occulto fecale: metodo immunochimico (FIT-HB) nei programmi di screening per il carcinoma colorettale

Gruppo di lavoro del 1° livello del GISCoR
A cura di: Tiziana Rubeca (Firenze), Stefano Rapi (Firenze), Silvia Deandrea (Varese)
Epidemiolologia & Prevenzione – settembre-dicembre 2017 supplemento 1 numero 5/6 anno 41

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Le 100 domande sullo screening colorettale

A dieci anni dalla prima stesura, le 100 domande vengono aggiornate nei contenuti pur conservandone lo stile diretto e semplice, poiché volte ad essere uno strumento quotidiano di lavoro per gli operatori e di informazione per l’utenza.

Negli ultimi dieci anni il quadro italiano dell’estensione dello screening del colon retto è radicalmente cambiato: nel 2008 programmi strutturati erano presenti in 16 Regioni, con un’estensione teorica del 53%, mentre ora ben 20 Regioni hanno programmi attivi, con un’estensione teorica dell’84%, ancorché permangano zone non completamente coperte, soprattutto nel Sud del Paese.

Nel 2016 la popolazione che ha ricevuto almeno un invito a partecipare allo screening è stata pari a 5.558.726 a fronte di 2.723.655 nel 2008.

Anche il quadro epidemiologico del cancro del colon retto ha subìto le prime modificazioni: infatti, se inizialmente la presenza dello screening organizzato induce un picco di incidenza, nei territori coperti da programmi radicati da tempo si comincia ad osservare una lieve riduzione dell’incidenza e della mortalità. Allo stesso modo, la gravità delle lesioni riscontrate ha invertito la propria tendenza, a favore di lesioni di stadio iniziale a miglior prognosi.

La crescente attenzione a questa patologia ha fatto da volano alla ricerca di nuovi approcci terapeutici e dispositivi per l’identificazione e la diagnosi delle lesioni. Le tecniche endoscopiche di asportazione dei polipi consentono ora di eradicare lesioni che in passato venivano trattate quasi esclusivamente chirurgicamente, consentendo quindi un trattamento più conservativo dell’organo.

In un programma di screening gli operatori coinvolti sono molti, e di varie professionalità, e tutti debbono farsi promotori di un’adesione consapevole dell’utenza. Per questo, però, è necessaria un’adeguata formazione e conoscenza del percorso di screening nella sua totalità. E non basta. Gli aspetti comunicativi, soprattutto in un’epoca caratterizzata da profondi cambiamenti dei mezzi di comunicazione, sono parte integrante della relazione con l’utenza: utilizzare tutti i canali comunicativi disponibili, modulandone l’uso a seconda degli obiettivi e del target a cui è rivolta la comunicazione, sono aspetti rilevanti nell’organizzazione di un programma di screening.

Con queste premesse, salutiamo con piacere il restyling delle 100 domande, con l’augurio che possano essere un valido strumento di supporto agli operatori e veicolo di un’informazione corretta per l’utenza.

Marco Zappa – Direttore Osservatorio Nazionale Screening

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Rilevazione dei cancri di intervallo e stima della sensibilità dei programmi di screening colorettale. Manuale operativo

a cura di: Gruppo di lavoro GISCoR sui cancri di intervallo e la stima della sensibilità
Epidemiol Prev 2013; 37(2-3) marzo-giugno supplemento 1

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Indicatori di qualità per la valutazione dei programmi di screening dei tumori colorettali. Manuale operativo

a cura di: Manuel Zorzi, Priscilla Sassoli de’ Bianchi, Grazia Grazzini, Carlo Senore e il gruppo di lavoro sugli indicatori del GISCoR
EpidemiolPrev. 2007; 31 (1 Suppi): 1-56

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Diagnosi anatomo-patologica negli screening del carcinoma colo-rettale: indicazioni

In ambito anatomo-patologico l’attività è stata focalizzata sulla modalità di trattamento del materiale, sulla definizione dei criteri diagnostici minimi e sulla messa a punto di un programma di rivalutazione diagnostica multicentrica delle lesioni di difficile interpretazione istopatologica. Il documento e’ stato preparato del gruppo di lavoro dei patologi del GISCoR, e’ stato fatto circolare in tutti centri di screening italiani per raccogliere suggerimenti e osservazioni ed e’ stato approvato nel convegno nazionale GISCoR tenutosi a Stra (Verona) nel giugno 2005.

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